Sempre piu spesso molte donne sono costrette a rapportarsi con gli esiti di una patologia fisicamente e psicologicamente invalidante: il tumore al seno, che viene affrontato chirurgicamente con quadrantectomia, mastectomia radicale o linfoadenectomia.

In seguito a questo intervento si possono manifestare esiti di interesse riabilitativo:

• limitazioni funzionali dell’arto superiore con riduzione della mobilità dovute a
retrazione dolorosa muscolare e/o della cicatrice;
• la cosiddetta sindrome del nervo intercostobrachiale, caratterizzata da dolore e/o alterata sensibilità in regione costale, nella zona ascellare e sulla superficie interna del braccio;
• la “scapola alata”, cioè lo spostamento all’esterno della scapola causato dalla lesione del nervo toracico lungo
• il linfedema postchirurgico o braccio grosso;
• le capsuliti retrattili a livello della spalla o “spalla congelata”;
• i difetti posturali, spesso riscontrabili anche a distanza di tempo.

Si devono anche prevedere eventuali danni  da radioterapia e considerare che eventuali preesistenti patologie di interesse riabilitativo possono peggiorare con l’intervento e le cure successive.

Un trattamento riabilitativo mirato, è in grado di affrontare queste problematiche,trattamento che verte in particolare sulla metodica del drenaggio linfatico manuale (tecnica Vodder).

Agisce tempestivamente con un drenaggio del sistema circolatorio dell’arto, per riportare la circolazione linfatica il più possibile vicino ai livelli normali, riducendo drasticamente il gonfiore,limita i processi cicatriziali secondari, che possono portare a limitazioni irreversibili per la funzionalità dell’arto.
Quando compatibile con la stato di salute della paziente, la terapia dovrebbe essere iniziata tempestivamente, in modo da ridurre i danni a breve e a lungo termine causati dall’ intervento.

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Problematiche per la qualità della vita Impatto emotivo Molto Moderatamente Poco Per nulla
Atteggiamenti limitanti e restrizioni Ho paura di tossire e starnutireDevo stare attenta quando mi alzo dopo essere stata seduta

E’ importante che vada al bagno frequentemente

L’incontinenza limita la mia attività quotidiana

       
Impatti psicosociali Mi sento frustrata perchè l’incontinenza mi impedisce di fare ciò che desideroMi godo meno la vita a causa dell’incontinenza urinaria        
Imbarazzo sociale Mi limita la scelta dell’abbigliamentoL’attività sessuale mi crea preoccupazione

Temo che gli altri sentano l’odore di urina

Temo di bagnarmi

       

e poi leggi cosa puoi fare….

In gergo medico si chiama

riabilitazione “perineale” o “uro-ginecologica”

Una semplice ginnastica che con poche, sapienti manovre e una manciata di consigli può risolvere la fastidiosa incontinenza urinaria: un disturbo frequente che l’ Oms definisce come «qualsiasi perdita involontaria di urina».  L’ ultimo dei tabù in medicina, qualcosa di cui non parlare,che colpisce quasi una donna su sette ma non risparmia gli uomini, 5 milioni secondo recenti stime. Tra le cause: problemi muscolari nelle femmine, neuorologiche o chirurgiche nei maschi.  La riabilitazione perineale, finalizzata al recupero del tono, della forza e della resistenza dei muscoli pelvici, è indispensabile in caso di prolasso, i migliori successi si ottengono però nelle due forme più comuni di incontinenza urinaria, quella da sforzo (Ius) e quella da urgenza. Fondamentale è iniziare le cure al primo campanello d’ allarme, ad esempio, qualche goccia di urina che fuoriesce con uno starnuto o un colpo di tosse, sollevando un vaso o la borsa della spesa sono segnali da non sottovalutare, così come è opportuno  intervenire subito dopo un parto; certo la rinuncia tra le donne è frequente, c’ è molta inibizione perché si lavora sulla vagina. Dopo una visita e una valutazione accurate, si comincia dalla riorganizzazione posturale con esercizi a terra, in piedi e manovre manuali. Ogni posizione è studiata per attivare i muscoli del pavimento pelvico, distribuiti su due piani e simili nei due sessi. Si tratta di insegnare alla donna (o all’ uomo) a stringere e rilasciare i fasci muscolari pelvici che sono di “contenimento”, con esercizi di breve e lunga tenuta.La seconda fase prevede elettrostimolazioni (indolori) – interne con sonde endovaginali o endoanali e bio-feedback. Gli incontri sono bisettimanali  ed importante è praticare gli esercizi anche a casa.

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